Adriano Petta, l’autore memorabile di Ipazia, vita e sogni di una scienziata del IV secolo, Eresia pura, Roghi fatui e Assiotea, con straordinaria naturalezza di stile, sua indelebile cifra, ci guida, quasi in sordina, nel magico, sublime mondo di Irene Delille, l’ultima indimenticabile eroina del suo nuovo romanzo, La sinfonia maledetta. Fin dalle prime battute, l’anima del lettore non può non essere sfiorata dalla “musa dalle ali di fiamma” scoprendo, nel crescendo avvincente della trama, il fantastico mondo schiuso dal romanzo. Simbolo di un oltre più vasto che la trascende, Irene è “creatura fragile e forte, negli occhi ha la fiamma della vita”. […] Un direttore d’orchestra donna: un’eccezione, qualcosa di insolito, un’anomalia. Irene è agli antipodi dell’immagine archetipica del Maestro, che vede in personaggi patriarcali e corpulenti un modello esemplare di eccezionale virilità. Dogma infallibile, consolidato da una tradizione secolare, nel mondo delle regole, dirigere un’orchestra è, necessariamente, prerogativa maschile. […] (dalla postfazione di Gabriella Colletti)
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